L’albo illustrato in gravidanza è uno strumento molto versatile: può essere impiegato direttamente con le donne in attesa e con le coppie, ma più in generale anche con gli altri familiari con intenti psicoeducativi.
L’albo può essere impiegato in gravidanza nei progetti di prevenzione e di psicoeducazione, nei corsi di accompagnamento alla genitorialità, nei reparti ospedalieri, negli ambulatori, con gli utenti di un servizio territoriale e nel sostegno individuale, di coppia e di gruppo.
Perchè usare l’albo nel sostegno alla gravidanza?
La gravidanza è un tempo di profonda trasformazione che coinvolge, e spesso travolge, la donna sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psichico.
La transizione verso la genitorialità sembra un viaggio uguale per tutte ma è per tutte, squisitamente e drammaticamente diverso, come accade in tutti i passaggi di vita e in tutti i grandi cambiamenti, peraltro.
Ogni gravidanza è diversa, unica e speciale, e può presentare differenti sfide, più o meno facili da affrontare. Nonostante tutto questo fervido lavorio proprio di ciascuna donna alle prese con la maternità, la nostra cultura descrive questo passaggio fondativo e trasformativo con una manciata di polverosi stereotipi e antistereotipi, su come dovrebbe essere la gravidanza, come dovrebbe essere la donna, come dovrebbe essere la madre.
Mi occupo di salute mentale da più di venti anni, e in particolare mi occupo dei passaggi di vita: ho lavorato per lungo tempo con le famiglie di adolescenti intrappolate e intrappolati sulla soglia della crescita, con le donne infertili alla ricerca di un figlio, e lavoro tutt’ora con le coppie colpite da lutto perinatale e con le nuove genitorialità dopo il lutto.
Mi piace restituire parole alle persone, mi piace che ciascuna persona sia messa nella migliore condizione possibile per essere presente a sè stessa e per poter narrarsi e narrare la sua storia: mi piace aiutare le persone a recuperare il filo della coerenza interna, che permette di affrontare i passaggi di vita con maggiore solidità e maggiore possibilità di successo.
L’albo per formare (anche) gli operatori che si occupano di gravidanza
L’albo può essere impiegato per fini didattici ed educativi nelle formazioni degli operatori sanitari di area perinatale.
Chi, come me, si occupa di perinatalità ha a che fare nel quotidiano con le attese, le nascite, le perdite, le sfide di adattamenti più o meno riusciti, la solitudine delle madri e dei figli, la soverchiante e mortifera aggressività degli stereotipi. In particolare, è evidente la grossa difficoltà di riconoscere e tenere a bada stereotipi, pregiudizi e pericolose semplificazioni. Gli albi di qualità, con le loro raffinate narrazioni ricche di particolari e di sovvertimenti, possono aiutare i professionisti a mantenersi aperti alla complessità senza perdere di vista la relazione d’aiuto e il fine stesso della cura.
Quali albi?
Per usare l’albo in gravidanza, bisogna intanto evitare come la peste gli albi che impongono modelli di pensiero e tengono vivi gli stereotipi e gli antistereotipi della maternità e della genitorialità.
Per fare un buon lavoro salutogenico occorre prediligere gli albi che hanno una funzione archetipica e trasformativa, che mentre raccontano una storia permettono a chi legge di entrare, osservare, sentire e attivare le proprie risorse interne.
Durante il corso parleremo di:
- L’albo illustrato come strumento di sostegno alla relazione nascente e alla transizione alla genitorialità;
- L’albo illustrato in gravidanza: come orientarsi tra le proposte editoriali, quali albi privilegiare, quali escludere;
- L’importanza della lettura ad alta voce in gravidanza;
- Quali albi utilizzare in diversi progetti di lettura prenatale.
Il corso è disponibile on-demand sulla piattaforma della scuola.