Le storie di Jeffers esplorano il mondo da angoli originali e spesso bizzarri (avete letto l’epopea dei pastelli a cera? date un’occhiata!), con alcuni rovesciamenti di prospettiva che risultano estremamente divertenti ed affascinanti per tutta la fascia zero sei .
Gli adulti che incontrano Jeffers per la prima volta, potrebbero trovarlo “troppo semplice” e “da bambini”: i tratti apparentemente poco strutturati, le ombre scarabocchiate, i disegni che sembrano, sono, come schizzi.
Eppure non a caso si dice “less is more“: oltre l’apparente semplicità delle illustrazioni e del linguaggio si palesano messaggi profondi e ben strutturati.
Questo è il caso del piccolo gioiello che vi propongo oggi; “The Heart and the Bottle”. Disponibile in lingua inglese e mai pubblicato in italiano, lo potete trovare qui .
In questo libro Jeffers affronta un tema che l’editoria per l’infanzia, fatto salvo poche, lodevoli eccezioni, ha ingiustamente lasciato ai margini.
Il tema al centro di questo libro è la perdita, e più che la perdita, le sue ripercussioni sulla vita della protagonista, che vediamo crescere, pagina dopo pagina e vivere, illustrazione dopo illustrazione con il cuore in bottiglia.
Ecco che Jeffers disegna, senza nominarlo, il lutto: il lutto che ci chiude dentro, perchè a chi affronta una perdita viene naturale pensare che chiudersi dentro, vivere dietro al vetro, sia più sicuro.
Se non amo, non soffro.
Il genio di Jeffers sta proprio nella sintesi e nel potere evocativo del suo testo. Un testo che parla a tutti in 32 pagine e una manciata di frasi, permettendo riflessioni universali.
Il cuore in bottiglia.
Appeso al collo, ma scrupolosamente separato dalla testa.
Questa è la soluzione provvisoria, di molte persone che affrontano un lutto.
Arriva, dovrebbe sempre arrivare, un momento in cui si può, si vuole, di nuovo, sentire.
Sentire la vita.
Ed ecco che Jeffers-il genio, con la sua ironia poetica, ci spiega come ri-succede, ancora una volta.
Ci racconta il passaggio da lutto a ri-nascita.
Ci racconta di come si debba ri-imparare a vivere. E quanto tutta questa operazione sia resa possibile da un aiuto esterno. Da un nuovo incontro.
Non basta voler elaborare il lutto (a pagina 26 una rappresentazione dolceamara di quanto la volontà di stare meglio, per quanto necessaria, non sia condizione sufficiente a stare meglio davvero).
E chi ha fatto questo percorso, non può che sorridere, arrivando a pagina 29.
Indicato per: tutti
A partire da: -9 mesi (leggete, commuovetevi, ridete e meravigliatevi, fin dai primi mesi di gestazione, affinchè al vostro pupo arrivi tutta la palette pantone delle emozioni umane)
Specialmente consigliato per: gli adulti che stanno affrontando una perdita, i genitori che desiderano iniziare a parlare in modo delicato e sincero del lutto ai loro figli, per le insegnanti di scuola materna e per le prime classi della primaria (io lo propongo come laboratorio in Inglese).
Super consigliato per: le madri colpite da lutto perinatale che si sentono perennemente a pagina 25.